Con sommo piacere traiamo dal sito della prestigiosa Accademia dei Georgofili di Firenze il contributo del prof. Giulio Crescimanno scritto in occasione della ricorrenza del secondo centenario della nascita di Francesco Minà Palumbo ed avente per oggetto i rapporti fra il naturalista di Castelbuono e l’Accademia dei Georgofili.
Nel bicentenario della nascita (1814-2014), presso il Museo Naturalistico che porta il suo nome, si è svolto a Castelbuono (Sicilia) un Convegno dedicato al grande studioso. Si riporta l’intervento del Prof. Giulio Crescimanno, Presidente della Sezione Sud-Ovest dell’Accademia dei Georgofili
Nell’adunanza straordinaria del 7 giugno 1846, convocata dal Marchese Prof. Cosimo Ridolfi, Presidente dell’Accademia dei Georgofili, “il Dott. Francesco Minà Palumbo di Castelbuono, in Sicilia”, appena trentaduenne, viene “proposto a Socio Corrispondente e nominato a pieni voti”. Tanto dal verbale manoscritto dell’adunanza. Non risulta dal fascicolo a Lui dedicato da chi sia stato proposto, ma è facile immaginare che siano stati i professori di Botanica di Firenze con i quali aveva intrattenuto numerosa corrispondenza scientifica per la descrizione e catalogazione di molte piante appartenenti all’imponente flora delle Madonie.
Non si trova, peraltro, alcun cenno all’eventuale “promozione” a Socio Ordinario né di intensa partecipazione alla vita ed all’attività dell’Accademia stessa. Agli Atti, oltre a scritti di diversa importanza, esiste la lettera di ringraziamento che il Minà Palumbo scrisse al Presidente dell’Accademia, con la promessa dell’invio di una memoria “ostetrica” o “ostelvica”.
Dopo questa breve premessa desidero congratularmi con i Promotori dell’odierna cerimonia che celebra il bicentenario della nascita di Francesco Minà Palumbo, con quanti si sono occupati e si occupano del Museo a Lui dedicato.
Tutte le volte che ho cercato di ripercorrere la Sua straordinaria carriera mi sono ritrovato a concludere che si è trattato di un genio in assoluto con una incomparabile capacità di lavoro, che inizia ad esercitare la professione di medico a Castelbuono a 22 – 23 anni dopo avere studiato Medicina a Palermo, dai 16 ai 20 anni ed avere ottenuto la specializzazione all’Università di Napoli, dai 20 ai 22 anni. E subito dopo la Sua grande passione e la Sua vocazione di Naturalista, amico di tutti, dai più grandi e rinomati scienziati italiani e stranieri ai più umili pastori e contadini delle Sue Madonie che ben sapendo di fargli cosa graditissima e certamente anche per ringraziarlo delle Sue ambitissime prestazioni mediche gli portavano continuamente esemplari di piante, di funghi, di insetti, di minerali e della fauna locale e lo accompagnavano nelle Sue escursioni.
Ho maturato il convincimento che la Sua passione di Naturalista avesse preso ad un certo punto il sopravvento sulla professione medica, se è vero come è vero che stava per prendere servizio a tempo pieno all’Orto Botanico di Palermo, ma un ricorso di due concorrenti che ambivano allo stesso posto a concorso portò all’annullamento dello stesso.
Ma è la Sua figura che mi appare gigantesca come è testimoniato dall’opera omnia “Iconografia della storia naturale delle Madonie” pubblicata a cura di Pietro Mazzola e Francesco Maria Raimondo.
E’ il più grande, multiforme e leggendario personaggio che abbia mai incontrato nelle mie letture e lo ricordo oggi con il rispetto e l’ammirazione che si riservano ai Grandissimi.